martedì 27 ottobre 2015

Il Teatro di Varese: passato, presente e futuro

Il Teatro di Varese, conosciuto anche come Ucc o Apollonio, è stato costruito grazie al Gruppo 2A srl di Milano, guidato dall’architetto Federico Guglielmi, che ha investito il suo capitale su un suolo pubblico dato in concessione dal comune di Varese per 10 anni, con un contratto rinnovabile di 3 anni in 3 anni. Il teatro, di proprietà del gruppo, è stato inaugurato nel gennaio del 2002. In futuro, al posto dell’attuale struttura, dovrebbe sorgere il nuovo teatro in muratura: i lavori, salvo approvazione dei progetti al vaglio del comune, potrebbero iniziare nel 2017. Il direttore del teatro, Filippo De Sanctis, intervistato dal magazine di cultura e attualità ‘Lombardia Oggi’, racconta aneddoti raccolti in 12 anni di teatro. Dagli spettacoli record di Legnanesi e Massimo Ranieri a quelli più belli ed emozionanti come “Il mistero buffo” con Dario Fo e Franca Rame nel 2012, senza tralasciare piccoli incidenti teatrali e serate indimenticabili. Viene anche sottolineata l’importanza delle collaborazioni, come quella che ha portato quest’anno alla nascita del circuito “Varese in scena”, grazie al quale è possibile avere importanti produzioni teatrali. Non manca un ringraziamento diretto all’impegno del Presidente della Fondazione comunitaria del Varesotto Luca Galli e dell’avvocato Andrea Mascetti, commissario di Fondazione Cariplo per la provincia di Varese.
Dal 2003-2004, quando Filippo De Sanctis prende la guida del teatro di Piazza Repubblica, si contano più di 500 spettacoli andati in scena e 400 mila spettatori, una media di 40 mila all’anno per una capienza di 1.200 posti, numeri al netto degli eventi ospitati, organizzati da altri, con i quali si supererebbe il milione di persone. La nuova stagione teatrale si è aperta il 24 ottobre con Federico Buffa che racconta «Le Olimpiadi del 1936». Da segnalare anche Marco Bocci, che sarà «Modigliani» il 26 febbraio, e Sabina Guzzanti, new entry in cartellone, il 14 novembre con il nuovo «Come ne venimmo fuori».